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Immagine del redattorePaolo Carlesso

Un edificio è un organismo complesso



Un edificio è un organismo complesso. Parlo di organismo perché in fin dei conti lo si realizza per ospitare la vita, peraltro non solo dal punto di vista fisico (ovvero adatto a offrire le condizioni ideali in termini si spazio, temperatura e umidità), ma anche e forse soprattutto dal punto di vista sociale, relazionale ed anche simbolico. D'altra parte ogni cosa che facciamo ha un significato, è un modo di comunicare con gli altri, di relazionarsi con loro e quindi anche una cosa così importante ed impegnativa come la costruzione degli spazi segue la stessa regola.

Progettare delle buone architetture è necessariamente diventato più complesso, in parte perché le competenze tecnologiche, tecniche devono essere maggiori di un tempo, e inoltre si deve includere nella progettazione l'enorme tema ambientale, per il quale nessuno ha la soluzione in tasca, ci sono una molteplicità di soluzioni che possono andare in una direzione corretta o meno. Questo aspetto è determinante anche per ciò che si diceva poc'anzi, ovvero l'aspetto semantico delle scelte progettuali. In una buona architettura questi nuovi contenuti prendono forma.

Purtroppo dobbiamo constatare che questa complessità il più delle volte non viene accettata, si preferisce privilegiare solo alcuni aspetti (l'impiantistica, la prestazione energetica, la pura funzionalità) trovando spesso un difficile connubio. La figura dell'architetto, almeno in Italia, viene vista come chi deve dare una forma a questo accrocchio al termine del processo, oppure dà l'idea iniziale e poi tutte le altre scelte risultano indipendenti dalla forma data. In entrambi i casi si assiste alla realizzazione di un esoscheletro indipendente da ciò che contiene al suo interno.

Dobbiamo rilevare che ciò avviene da tempo anche a livello normativo, e questo rende particolarmente difficile il lavoro degli architetti.

Gli edifici per rispondere a tutte le richieste per le quali sono stati creati, non da ultime anche quelle di ottenere un minor impatto sull'ambiente, devono avere una strategia che coordina e da una gerarchia a tutte le istanze. Il fine è poi di ottenere una possibile sintesi, che accolga e renda tangibile questa complessità, forse l'architetto è la figura più adatta per fare questo.

Gli edifici di “fondazione”, gli edifici rurali, posseggono quasi sempre una perfetta sintonia con il contesto, con il paesaggio, con l'economia, con la cultura del luogo, non sono stati progettati da architetti, ma sono stati modellati per sfruttare al massimo le poche risorse disponibili: il sole, l'acqua, il vento, eccetera, questo perché nascono da una conoscenza che si tramanda di generazione in generazione e che sarebbe un delitto perdere. Non si aveva bisogno di norme per sapere dove era corretto fare la finestra e che dimensione dovesse avere, come non c'era alcuna norma scritta per sapere che dimensione dovesse avere il muro per sorreggere l'edificio e durare nel tempo. Oggi però si vive in modo differente rispetto a solo 100 anni fa, e sarebbe anacronistico ed impossibile un ritorno al passato, ciò nonostante è imprescindibile raccogliere questa sapienza ed al contempo studiare le nuove tecnologie, i nuovi materiali, i metodi di calcolo, con la stessa curiosità che si aveva in passato per ogni innovazione. La logica non era quella del profitto personale immediato, ma quella di una crescita ed un miglioramento delle condizioni di vita di tutti, perché lo stare bene di un singolo è imprescindibile dal “benessere” della società in cui si vive.

La strada da percorre in questa visione non è così distante da quella dei nostri avi, e ragionando si sta faticosamente intraprendendo questa strada: il criterio di usufruire il più possibile di ciò che è disponibile e gratuito e rinnovabile dovrebbe essere parte del bagaglio culturale di un progettista, come peraltro la propensione ad utilizzare materiali che abbiano un impatto ridotto se non nullo sull'ambiente; dovrebbe esserci la cura del dettaglio, che oltre ad avere una genesi coerente con il progetto, deve essere studiando in modo tale che l'edificio abbia una vita più lunga o che si possa smontare riciclando se non riutilizzando la quasi totalità degli elementi.

Tutto ciò è possibile ed anzi è a questo che ambiziosamente dobbiamo tendere.

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