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Scalinata Scuola Diaz

Oggiono

stato di fatto

Questo è un lavoro finito alla fine nel 2023, un lavoro piccolo che ha avuto diverse vicissitudini probabilmente comuni in un certo qual modo alla nostra professione negli ultimi anni, a cui si è fatto fronte in modo inconsueto con un risultato poco appariscente ma che mi ha reso particolarmente orgoglioso.

Il tutto inizia nel 2021 quando l'Amministrazione Comunale di Oggiono intende provare a mettere mano a questa scalinata di accesso alle scuole del paese, costruita nel 1938. Il problema evidente era quello di intervenire per renderla sicura, dato che, aveva resistito per 80 anni ma ormai molte parti della pavimentazione non esistevano più e le alzate in pietra erano sconnesse. Molte, mancando la pavimentazione, si erano piegate verso valle. L'incertezza stava soprattutto nella spesa, come sempre accade i Comuni sembra che non abbiano mai i soldi sufficienti, quasi sempre questo contenimento dei costi lo prendo come una sfida. In questo caso il limite di spesa era 100.000€ di quadro economico, che per chi ha dimestichezza di opere pubbliche vuole dire meno di 80.000€ di lavori.

Sin dal primo sopralluogo ci si accorge dell'estrema maestria delle soluzioni adottate per la realizzazione del manufatto, in particolare nelle soluzioni di scolo delle acque. Lateralmente i cordoli in pietra sono strati scolpiti per creare un lieve canale in pendenza, tutto il gradino riporta una lievissima monta centrale e una ulteriore pendenza del 2% verso valle. Il tutto per far si che l'opera durasse il più a lungo risolvendo il problema dell'erosione della acque con i “poveri” materiali a disposizione, Il disegno generale della scalinata enfatizza la monumentalità dell'intera scuola.

Degno di nota è l'intervento che occupa la collina morenica che affaccia verso nord a lago, al contempo crea un forte legame con il nucleo storico, cercando al contempo una relazione paesaggistica.

Le sorprese da quel momento non sono mancate: da una immediata ricerca sul portale della soprintendenza si scopre che l'autore del progetto della scuola è l'architetto Mino Ficchi (Giacomo Ficchi, detto Mino), che per chi non lo conoscesse possiamo dire che appena laureatosi nel 1919 fondò insieme ai compagni di corso Giovanni Ponti, Giovanni Muzio, Ernesto Lancia lo studio “Sant'Orsola” che si prefigge di rinnovare l'architettura italiana abbandonando lo stile Liberty. Negli anni successivi si mette in proprio, dedicandosi al progetto di numerose ville del territorio lecchese. La sua ricerca, a mio modo di vedere rimane legata, cosa inconsueta per il periodo, al recupero della tradizione costruttiva dell'architettura rurale elevata da un disegno “moderno” in relazione con il paesaggio circostante.

Da subito ci si adopera per visionare l'archivio storico del Comune al fine di recuperare altre informazioni e magari il progetto. Non sempre si è fortunati, come in questo caso, si scopre che gli esecutivi in realtà sono firmati da l'ingegner Cesare Dorici e che in realtà il progetto iniziale (seconda sorpresa) prevedeva che i cordoli poi realizzati in pietra avrebbero dovuto essere di calcestruzzo, la scelta della pietra molera di Oggiono era dovuta a ragioni economiche (costava meno). Per la verità le ragioni economiche hanno anche semplificato il disegno ed evitato la posa di piccoli pilastrini sormontati da palle. Tante volte la poca disponibilità finanziaria contribuisce alla buona riuscita di un'architettura.

In tempi discretamente rapidi si arriva alla consegna del progetto esecutivo con l'approvazione della soprintendenza, il progetto di restauro è assai semplice: gli unici elementi nuovi sono il corrimano con doppia altezza per agevolare salita e discesa ai bambini e ai loro accompagnatori, soprattutto quando sono anziani e l'illuminazione per consentire l'utilizzo serale dello spazio. Questi elementi vengono posti da una sola parte, dato che si vuole far capire che non appartengono al disegno simmetrico del progetto originario, e poi perché non vi è nemmeno la necessità di attrezzare in tal modo i due lati. Chiaramente si sostituisce anche il parapetto che divide la strada dalla piazzetta di partenza della scalinata, il disegno è coerente con il corrimano, anche se si pensa di dare la possibilità di smontarlo all'occorrenza per consentire, magari organizzare qualche manifestazione l'utilizzo questo spazio spazio chiudendo temporaneamente la strada.

Dicevo che il progetto viene consegnato a novembre 2021, l'amministrazione decide però di non mandarlo direttamente a gara, ma vuole aspettare la fine delle lezioni scolastiche per iniziare i lavori. Contemporaneamente il progetto partecipa ad un finanziamento regionale.

Come tutti sappiamo nel 2022 succede l'imprevedibile (a mio avviso sarebbe stato prevedibile se non fossimo in costante stato di crisi). Da una parte avviene un aumento dei prezzi delle materie prime e delle lavorazioni che fa in modo che i prezzi fissati a novembre 2021 non siano più validi, pertanto la gara bandita dal Comune a maggio 2022 va deserta. Contemporaneamente il progetto viene finanziato da Regione la quale però trasforma questo finanziamento regionale in finanziamento PNR, con necessaria valutazione ambientale (relazione DNSH e CAM).

Succede, come purtroppo sarà capitato anche a voi, si dubita della bontà del progetto e dei prezzi applicati alle lavorazioni.

Cosa fare? Decido di rivedere il progetto, anche sulla base dello studio della normativa CAM DNSH, che detto tra noi trovo anche interessante, se venisse applicata al progetto e verificata in esecuzione. Decido quindi di rivedere le lavorazioni ma non il progetto, accollandomi dei rischi e definendo meglio i lavori. E' chiaro che il restauro della scalinata ha un impatto ambientale relativamente trascurabile rispetto ad altri interventi, ciò nonostante il mio ragionamento iniziale era quello di smontare interamente la scala rifare i piani, rifare i sottofondi e riposare gli elementi.

Nella revisione ho perso due giorni sul posto per individuare elemento per elemento quelli da riposizionare e riallineare: un giorno per conteggiarli, un giorno per riconteggiarli con l'impresa che dubitava (chiaramente) della quantità e della buona riuscita del lavoro.

Questa cosa ve la devo raccontare: l'operazione è stata svolta da me e dal responsabile dell'impresa che muniti di filo metro e matita controllavamo gradino per gradino la scala, io segnando a matita i pezzi, lui sommando sul cellulare le misure al metro lineare. Arrivati in fondo ho chiesto con un po' di preoccupazione il risultato; a computo c'erano 5metri lineari in più. “Massimo se me li riallinei come si deve te li lascio tutti.”

La cosa migliore che possa capitare è il reciproco piacere e orgoglio nel portare a compimento il lavoro.

Il risultato finale è credo gradevole ed il mio intervento è stato quasi “mimetico”, io stesso ho imparato come fare una scala così duratura nel tempo, siamo rimasti all'interno delle somme stanziate ed anzi si è riusciti a consolidare gli elementi in pietra di tutta la scala (era previsto solo per la parte alta).

project team

Paolo Carlesso

Designer 

Matti Virtanen

photographer

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