Green House
Fagnano Olona
La progettazione e la costruzione di una serra solare botanica ed il suo inserimento nel paesaggio è stato il tema di un workshop del Politecnico di Milano tenutosi da settembre 2016 a novembre 2016.
La serra è a servizio di un committente senza fini di lucro e attivo nella cura di un territorio locale contraddistinto da notevoli potenzialità di rivalorizzazione ambientale.
Il luogo scelto è situato nel parco fluviale dell'Olona nel comune di Fagnano, all'interno di una vasca di depurazione di una ex-tintoria. Il committente ha acquisito l'area di circa 7000mq da 10 anni al fine di farne la propria sede e il luogo per attività di aggregazione sociale; dal periodo del suo insediamento ha realizzato una serie di interventi di riqualificazione ambientale.
La serra bioclimatica sostituisce l'orto dell'associazione, il nuovo edificio serve per la coltivazione della verdura per l'autoconsumo e avrà inoltre scopo didattico rivolto soprattutto agli studenti delle scuole primarie ma non solo, ha anche la finalità di promuovere e migliorare la produzione orticola attraverso lo scambio di semenze, la formazione di piantine e l'istituzione di corsi specifici.
La serra bioclimatica è un ulteriore ed importante elemento per la valorizzazione del luogo. La sua progettazione e costruzione ha coinvolto anche membri dell’Associazione stessa, che hanno fornito idee, opinioni, supporto morale e molto aiuto materiale; aiuto materiale è stato fornito anche da persone con disagio sociale che lavorano con l'associazione attraveso programmi specifici.
ll progetto è finalizzato a dimostrare la fattibiltà dell’approccio solare e bioclimatico per la realizzazione di serre botaniche. L’approccio “solare”, bioclimatico, non prevedente l’utilizzo di impianti e consente uno sfruttamento del suolo meno intensivo di quelle tradizionali.
L’area disponibile per il progetto era caratterizzata dalla presenza di un muro circoscrivente quella che una volta era una vasca di decantazione dei liquidi. La zona dell’orto su cui è stata costruita la serra, era delimitata verso nord da un muro in pannelli prefabbricati in calcestruzzo armato orientato verso sud, che risultava ideale per costituire la parete verticale di accumulo di una serra solare. Nel progetto, tale recinto viene anche utilizzato come ancoraggio per la struttura lignea. L’area disponibile era lunga 14 m ed è stata coperta (per 10,50 m) dalla serra, così da lasciare le testate dello spazio longitudinale in oggetto libere per gli ingressi, aumentando la luminosità dell'ambiente. La forma della serra è stata ottimizzata attraverso simulazioni termiche in regime dinamico effettuate con la suite di simulazione ESP-r in modo tale da bilanciare le esigenze di prestazione estiva ed invernale. Oltre all’obiettivo di non utilizzare impianti, vi era infatti l’obiettivo di fare sì che il comportamento termico del sistema costruito fosse per quanto possibile bilanciato, così da rendere necessarie solo regolazioni stagionali della serra (per mezzo, per esempio dell’apertura e chiusura di ante apribili e del posizionamento e rimozione di reti per la schermatura solare).
Le opzioni progettuali disponibili erano sostanzialmente vincolate solo da ragioni pratiche che derivavano dalle necessità del cantiere, dal budget molto ristretto e dal fatto che la serra dovesse essere progettata e autoprodotta dai progettisti stessi - sei architetti junior e due architetti senior, nel breve tempo (80 ore) di un workshop. In questo quadro vi era l'esigenza di rendere il processo decisionale per quanto possibile razionale, così da consentire che ogni decisione importante potesse essere fondata su un voto a maggioranza.
L'intento progettuale iniziale era la costruzione di un ambiente di piccole dimensione (di circa 3 x 5m), ma l’estensione del manufatto si è ampliata man mano che i lavori di progettazione e costruzione progredivano, portando la serra ad avere, alla fine del processo, una profondità di 5 m, una altezza massima di 3.50 m e una lughezza di 10,50 m. Il fatto che il progetto fosse sottoposto a notevoli limitazioni di costo e a tempi di costruzione molto brevi e l’elevato livello di sostenibilità ambientale che si perseguiva hanno portato alla definizione di varie soluzioni sperimentali. Il policarbonato riveste e protegge l'intera struttura, tale scelta dovuta ad una serie di ragioni pratiche di semplificazione esecutiva, ha conferito alla serra un aspetto monolitico ma trasparente in dialogo con le preesistenze industriali e con l'ambiente rinaturalizzato. Le lastre di policarbonato alveolare sono state fermate in copertura da coprigiunti premilastra in larice. Sulle pareti frontale e posteriore della serra, le lastre sono state invece supportate da telaio apribile posto dietro di esse, in questo modo il policarbonato fa da battuta di tenuta all'aria. L’acqua nei giunti così formati tra le lastre è drenata per mezzo di converse interne trasparenti. Le pareti della serra risultano prive di coprigiunti e di canali visibili. Nel contesto progettuale descritto, le lastre sono state fissate al telaio sottostante per mezzo di “bottoni” in larice avvitati attraverso di esse.
La struttura lignea è costituita da portali reticolari asimmetrici realizzati con legni segati di piccola sezione. I portali sono stati realizzati a pie’ d’opera e questo ha semplificato molto i lavori di costruzione. La scelta di realizzare la struttura con travi reticolari ha consentito un minor utilizzo di legname. Costruire una struttura con travi piene avrebbe ritardato i tempi per il reperimento del materiale e avrebbe richiesto l'utilizzo di una strumentazione molto più professionale di quella a disposizione. Tale scelta ha conferito all'ambiente interno un'enorme leggerezza, amplificando la luminosità interna.
La struttura è stata interamente realizzata con legni di sezione 5 x 6 cm (listoni) e 2,5 x 12 cm (tavole). I listoni sono stati utilizzati dove l'elemento strutturale richiedeva maggiore resistenza agli sforzi e le tavole dove era necessaria maggiore rigidità alla rotazione in corrispondenza dei nodi. In aggiunta, nessuno dei legni utilizzati era lamellare, o comunque incollato in alcun modo - a tutto vantaggio della sostenibilità ambientale e dell’economicità. L’ibridazione tra la logica reticolare dei portali e la logica lineare dei correnti che collegano è invece stata perseguita costruendo tali
correnti come briglie doppie separati da uno spazio utilizzato per il passaggio dei legni diagonali della controventatura. Oltre a consentire la componibilità dei differenti ordini di legni, questa soluzione ha anche consentito di dare luogo a una collaborazione tra correnti superiori e inferiori sufficiente a fornire garanzie di resistenza ai carichi di neve possibili. Le connessioni tra gli elementi strutturali sono state concepite per essere estremamente agevoli da realizzare e perdonare i piccoli errori dimensionali. A questo scopo, esse sono state quasi esclusivamente realizzate con avvitature laterali, evitando connessioni di testa e, a maggior ragione incastri.
La ventilazione naturale della serra è favorita dal fatto che sia le aperture trasparenti frontali, sia quelle poste sul retro, con baricentro più alto, sono a tutta estensione e garantiscono dunque una apribilità di ben circa l’80% della superficie frontale disponibile e circa il 50% della superficie totale disponibile. La regolazione di queste aperture è specialmente finalizzata alla regolazione stagionale piuttosto che giornaliera. La percorribilità di questa strategia è avvalorata dalle simulazioni ambientali effettuate.
Le fondazioni sono state eseguite a secco e rese drenanti. Esse sono state eseguite utilizzando delle travone in legno di rovere di recupero, e - adottando una tecnica tradizionale pubblicizzata anche da raccomandazioni di Frank Lloyd Wright - posizionate su letto e rinfianco di ghiaione - nel caso specifico, recuperato dal letto dell'Olona. Tali travone sono poi state ancorate con tondini in acciaio da armatura martellati, a mo’ di picchetti, diagonalmente nel terreno, per fornire resistenza al sollevamento.
project team
Annalisa Banfi
Designer - Constructor
Gian Luca Brunetti
Designer - Constructor
Paolo Carlesso
Designer - Constructor
Eva Cividini
Designer - Constructor
Giovanni Di Fior
Designer - Constructor
Giacomo Luonghi
Designer - Constructor
Federico Mira
Designer - Constructor
Federico Mont
Designer - Constructor
Prof. Remo Dorigati
project collaboration
Prof. Carlotta Fontana
project collaboration
Prof. Gianni Scudo
project collaboration
Simone Bossi
Photographer