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  • Immagine del redattorePaolo Carlesso

Vanessa

Riguardo l'importanza della collocazione geografica e sociale

Per chi arriva a piedi, io sto dopo la statua di Garibaldi, dopo un bar, una tabaccheria, un negozio di fiori, dopo il bar sport, dopo un negozio d'abbigliamento, un negozio sfitto, dopo un ottico, un bar che ora è mensa per i migranti (chiuso di recente), dopo un ulteriore negozio sfitto, dopo un negozio di alimentari chiuso e ora sede di un gruppo politico, dopo un macellaio trasferitosi, e dopo un altro studio d'architettura.

Dopo di me c'è una società che affitta auto e autista, un negozio di servizi informatici chiuso, un forno e un negozio d'abbigliamento chiuso.

Oltre c'è il vicolo che porta al retro della chiesa e poi al castello.

Sto sulla strada come gli altri.

Ho due vetrine con i ciclamini sotto, non amo particolarmente i fiori, ma quando ho affittato i vasi c'erano già; i ciclamini sono gli unici che resistono a nord.

Dalle vetrine si può vedere una parete in compensato dove sono appesi mappe, disegni, foto, sopra c'è appoggiato qualche plastico. C'è una libreria bassa, non è chiaro l'ordine con cui sono riposti i libri, forse non c'è.

A volte si vedono delle persone: amici, curiosi, clienti; l'11 ci saranno le quarte elementari.

Un amico ci vorrebbe fare una conferenza sulla birra artigianale, d'accordissimo a patto che ne porti un po'. Un altro mi ha chiesto se può riunirsi con un gruppo yoga, in questo caso gli lascerei le chiavi.

Emily Joe vorrebbe forse esporre qualche suo lavoro (alcuni ci sono già).

Poi ci sono i libri di poesia e di storia, quest'anno si vedrà.

C'è una panchina sulla destra rispetto all'ingresso, qualche volta, poche per la verità, mi si può vedere seduto fingere di leggere, in realtà guardo; guardo la strada, la pioggia, le auto che passano e le persone.


Riguardo l'importanza della comunicazione e dei “ riferimenti analogici”:

“learning from Piano” and more others


Faccio l'architetto e ho sempre creduto nelle parole di Ettore Sottsass.

Come il suo, il mio studio si rivolge ad una clientela prevalentemente ricca, forse anche di più.

Questo genere di clienti purtroppo ha bisogno di essere costantemente garantito dal punto di vista finanziario. Ragion per cui si deve avere un bello studio, una bella automobile, una bella e cortese segretaria, soprattutto questo e soprattutto bella.

La crisi e l'abolizione delle tariffe professionali hanno portato a fare dei drastici tagli.

Ho uno studio “volutamente periferico” e arredato un po' naif e un po' self-made; è eco-friendly a volte anche social, ma solo una volta al mese, altrimenti l'aria diventa viziata.

Ma soprattutto mi sono inventato VANESSA, la segretaria che risponde solo al telefono dalla sede di Milano, dove si occupano di girare le telefonate e sbrigare le scartofie.

Continuando a fare la voce in falsetto mi si stanno infiammando le corde vocali. Ieri le telefonate sono state 38.

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